Andrea Facchi, Barbara Narici / Geologika Collettiva
Quasi il 40% della popolazione mondiale abita in case di terra. Per costruzioni in terra cruda si intendono quegli edifici realizzati utilizzando la terra stessa del suolo, estratta al di sotto dello strato arabile, inumidita, lavorata, messa in forma e lasciata essiccare al sole, senza cottura, sfruttando la capacità coesiva delle
parti argillose contenute. È la parte di argilla contenuta nella terra, infatti, che svolge la funzione di legante (come la calce o il cemento) permettendo di costruire solidi e durevoli edifici a più piani. La costruzione in terra cruda è diffusa in gran parte del globo terrestre, in regioni climaticamente molto differenti tra loro, in zone costiere, nell’entroterra, in pianura e in aree montagnose o collinari.
Si sono sviluppate diverse tecniche e tradizioni costruttive a seconda del tipo di terra disponibile, del clima, dei materiali (legno, pietra ecc.), della fauna e della flora locale (che forniscono additivi da aggiungere agli impasti). Le varie applicazioni spaziano dalle pareti portanti ai tamponamenti, dalle pavimentazioni ai solai, dalle cupole alle volte fino agli intonaci ed alle pitture.
Si utilizza la terra estratta al di sotto dello strato arabile, composta di ghiaia, sabbia grossa, sabbia fine, limo e argilla in diverse proporzioni, evitando lo strato più superficiale perché contiene sostanze organiche putrescibili ed ha scarsa resistenza meccanica. La qualità della materia utilizzata indirizza la tecnica da applicare: una terra piuttosto ghiaiosa e magra di argilla è adatta per la terra battuta, una leggermente grassa e sabbiosa è l’ideale per il mattone crudo, se grassa e limosa ben si presta ad impasti di terra e paglia.
Negli anni ’80 alcune delle prime realizzazioni pilota di nuove architetture in Europa portarono alla costruzione di pareti portanti in terra battuta a vista all’esterno, rivestite in polistirolo in interno.
La costruzione in terra è da sempre legata tradizionalmente a figure di esperti o capi cantiere che anche nei cantieri di autocostruzione si occupano di coordinare i lavori controllando le terre e i tipi di impasto, consigliando le soluzioni migliori a garanzia di un buon risultato.
Perchè le nuove architetture in terra tornino ad emozionarci come i palazzi dello Yemen, gli Ksar del Marocco o le Moschee del Mali saranno necessarie diverse sperimentazioni per la formazione di una nuova generazione di esperti costruttori e la sinergia di operatori diversi e conoscenze diverse, una contaminazione che come nella musica porterà allo sviluppo di queste nuove-arcaiche tecnologie nell’habitat contemporaneo.
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